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“Quando tutto sarà finito e avremo la conferma che non è stato fatto tutto il possibile per salvare il patrimonio storico, sociale, culturale ed economico di questa meravigliosa terra; quando la disinformazione avrà sancito definitivamente la sua vittoria, cosa resterà alla nostra Regione? Sarà ancora l’ulivo a simboleggiarla?”

È questo l’incipit del nuovo progetto fotografico di Pamela Barba, fotografa indipendente di Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi.

Pamela Barba si occupa principalmente di fotografia sociale, documentaristica e didattica. Progetto Fotografico.net aveva già ospitato Pamela con un suo precedente progetto fotografico: “Oro nero”, sulla pratica della mitilicoltura a Taranto.

In “È arrivato l’autunno” la fotografa pugliese affronta un altro grande tema d’attualità, quello della Xylella in Puglia.

Un’inchiesta che, tra voci e fotografia, racconta del dramma che dal 2013 tiene un’intera regione col fiato sospeso.

Il batterio Xylella, a distanza di quasi dieci anni dalla sua comparsa in Salento, ha ucciso milioni di ulivi, devastato paesaggi, compromesso le economie di svariati territori, tolto il futuro a intere generazioni.

Il progetto fotografico “È arrivato l’autunno” è diventato un libro, che ricostruisce questa tragica storia attraverso le voci di imprenditori, agricoltori, amministratori locali, tecnici ed esperti, protagonisti, loro malgrado, di una battaglia non ancora vinta.

Un viaggio lungo la Puglia dagli incantevoli paesaggi e dalle secolari tradizioni produttive, realtà che rischiano di andare definitivamente perdute.

Durante la fase di abbattimento (previsto nel piano di contenimento) di alberi rivelati positivi a Xylella, si creano atmosfere che ricordano un campo di battaglia. Il rosso della terra si smuove, i fumi degli incendi invadono il campo e il legno emana un profumo inconfondibile.
Un albero secolare squarciato dalla ruspa. A oggi è ancora a rischio un intero patrimonio monumentale senza eguali.
Silvio Schito, ex-dirigente dell’Istituto Fitosanitario Pugliese, che nel dicembre 2015 fu coinvolto insieme ad altri colleghi, tecnici e ricercatori, nell’indagine della Procura di Lecce per diffusione colposa della malattia delle piante, violazione dolosa e colposa delle disposizioni in materia ambientale, falso materiale e ideologico commesso da pubblico ufficiale, getto pericoloso di cose, distruzione di bellezze naturali.
Vivaio abbandonato nell’agro di Taviano. L’area, nonché zona del primo focolaio, era notoriamente conosciuta per il mercato floricolo.
In un terreno di circa 40 ettari dove una ditta si sta occupando degli espianti di ulivi secchi che vengono opportunamente triturati e destinati alle centrali per la produzione di energia elettrica da biomassa. Il trinciato prodotto prenderà diverse direzioni: nord della Puglia, Calabria o Sicilia.
Dall’inizio dell’emergenza Xylella annunciata in Salento, sono stati chiusi oltre cento frantoi.
Olivicoltore Decano, in agro ostunese.
Laboratorio Ipsp – Cnr di Bari, dove si conducono sperimentazioni e studi per trovare una soluzione che contrasti il contagio di Xylella.
Presso la serra dell’azienda olivicola Melcarne (Gagliano del Capo) viene condotta una ricerca di semenzali autoctone resistenti.
Impianti giovani FS -17 (una delle cultivar risultate resistenti ma non immuni a Xylella), Zona Botrugno (LE).
Tra i vicoli di Torchiarolo un contadino che ama la sua terra e ama coltivarla, disilluso dalle politiche sulla gestione dell’emergenza.
L’aumento degli incendi (dolosi e non) in tutta l’area del Salento è fortemente preoccupante, l’aria diventa irrespirabile durante l’estate.
Nelle zone dei focolai caratterizzate da mancate bonifiche, la natura ha preso il sopravvento e ha creato sculture inquietanti che sembrano urlare il dolore e la rabbia della comunità pugliese.
Zona Alliste (LE). Il Gigante di Felline. Millenario di 1500 anni su cui sono stati provati ogni tipo di innesto e varie ipotetiche cure. Oggi è completamente secco e rifugio per api e vespe.

Puoi acquistare “È arrivato l’autunno” sul sito della casa editrice, “Giazira Scritture” oppure su Amazon, Ibs, Mondadori e Feltrinelli.

Il sito di Pamela Barba è www.pamelabarba.it

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