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Tornano gli appuntamenti del circolo fotografico “Il Castello”, a Taranto. “L’ora di fotografia” è un’interessante rassegna che dedica i suoi appuntamenti alla fotografia d’autore. Questa volta è il turno del fotografo Carlo Traini e la sua curatrice Loredana De Pace.

Nell’estate 2020 Carlo Traini va al mare e incontra tutte le mattine le stesse persone che indossano i medesimi costumi mentali o, al contrario, li cambiano ogni giorno.

Traini fotografa col suo smartphone il lirismo umano che abbraccia l’ironia e i pensieri dei suoi protagonisti, e riesce a condensare tutte queste emozioni in ogni suo scatto. Da tale “frequentazione” ha origine questo progetto editoriale intitolato: “Promenade, pathos e ironia in costume.”

Il progetto fotografico è poi diventato un libro e Carlo Traini spiegherà le fasi che hanno portato tale progetto fotografico alla pubblicazione.

Chi è Carlo Traini?

Classe 1964, Carlo Traini durante il servizio di leva inizia ad appassionarsi ai linguaggi dell’arte, ma solo dopo il 1985 comincia a nutrire una particolare curiosità verso la pittura e la fotografia. Il primo approccio è breve, smette quasi subito di usare una vecchia fotocamera, la Praktica BC1, dopo aver sviluppato una ricerca personale attraverso pochissimi rullini bianco e nero (ricerca conclusa poi nel 1997), dopo qualche caricatore Polaroid, esperimenti con teli serigrafici e dopo l’incontro con un fotografo icona del XX secolo, Mario Giacomelli.

Con l’arrivo degli smartphone torna la passione per la fotografia, anche grazie all’avvento dell’app Hipstamatic, la cui filosofia originaria ha rappresentato la risposta a quanto non riusciva a realizzare con la fotografia analogica, né con la pittura, procedimento quest’ultimo troppo lento per il suo modo vorace di intercettare immagini.

Inizia così a catturare le fotografie durante le conversazioni al telefono o attraverso il finestrino dell’auto, elaborando l’immagine in pochi secondi, direttamente sul posto, accettando tutti i limiti e le restrizioni del caso.

Traini chiama le sue fotografie Fotoequivalenze perché, spiega “le immagini, prevalentemente realizzate nel corso di conversazioni telefoniche, sono figlie di quel poco di libero arbitrio oggigiorno esercitabile ed equivalgono al mio stato d’animo in rapporto con il mio caos interiore; tutto questo sempre esprimendo una ricerca metafisica non disgiunta da una sperimentazione estetica personale”.

“Uso lo smartphone perché la mia fotografia non vuole essere mai un resoconto del reale, ma un racconto improvviso, dettato dall’istinto delle mie percezioni che sorvegliano la mia anima”.

Loredana De Pace è la sua curatrice.

Giornalista pubblicista, curatrice indipendente e quando sente di avere qualcosa da dire, anche fotografa. È autrice del libro “TUTTO PER UNA RAGIONE. Dieci riflessioni sulla fotografia” (emuse, 2017).

Scrive da sedici anni per la testata FOTO Cult – Tecnica e Cultura della Fotografia. Fa parte dell’associazione fotografica FareFotografia. Si occupa di consulenze one-to-one, letture portfolio (online e dal vivo), curatela di pubblicazioni editoriali e di esposizioni fotografiche.

Ha curato l’archivio dell’autrice calabrese Gina Alessandra Sangermano. Partecipa a giurie di premi nazionali e internazionali e segue come photo consultant progetti fotografici ed espositivi in Italia e all’estero.

Collabora con associazioni culturali nell’organizzazione di eventi e conferenze sulla fotografia. È docente di progettazione fotografica e photo editing. Ha ideato e curato, insieme alla regista Rossella Viti, Territori latenti.

Come fotografa, ha esposto El pueblo de Salinas e Ecuador: il piccolo gigante (2011, anche volume con introduzione di Luis Sepúlveda), Sono un cielo nuvoloso (2014, Galleria Interzone-Roma), Qualcosa è cambiato (Priverno, 2017).

L’appuntamento con il progetto fotografico di Carlo Traini è per lunedì 10 maggio, alle ore 21, online. Maggiori informazioni a questo link.

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