Francesca Artoni, classe 1978, proviene da una formazione tecnico scientifica. Attualmente è impiegata presso il comparto operatorio dell’ospedale di Guastalla (RE).

Inizia la sua avventura nel campo della fotografia frequentando, nel 2013, il primo corso base di un nuovo gruppo a Boretto, un paesino sulle rive del Po emiliano.

Qui nasce il desiderio di approfondimento della cultura fotografica. Nel corso degli anni successivi aderisce alla FIAF e partecipa ai momenti di confronto proposti dalla federazione.

Segue vari workshop con docenti come Enrico Genovesi, Alex Liverani, Silvia Camporesi e altri. Nel corso degli ultimi anni ottiene importanti riconoscimenti, quali: primo posto al festival di fotografia di Carpi e premio portfolio colore al festival fotografico di Colorno (PR) (2016); Finalista a Portfolio Italia con il progetto fotografico ”Futopia Emilia” (2018); 2° posto a Portfolio Italia con il lavoro ”Ruggine” (2020).

Dal 2018 è tutor fotografico FIAF e dal 2019 è socia onoraria del Gruppo Fotografico Grandangolo di Carpi. Una scalata rapidissima e folgorante. Sinonimo di un talento innato che andava, evidentemente, solo stimolato a palesarsi.

Quando abbiamo chiesto a Francesca di pubblicare su Progetto Fotografico .net il suo ultimo lavoro, “Ruggine”, l’abbiamo anche invitata ad inviarci un testo descrittivo del progetto stesso.

Francesca ci ha inviato un testo sorprendente. Pensavamo di ricevere la solita sinossi descrittiva, un racconto della genesi e il “dietro le quinte” del progetto fotografico.

Abbiamo ricevuto, invece, parole intime e poetiche, che però si legano perfettamente alle immagini di “Ruggine”. Una ricerca sinestesica che quasi abbandona i “paletti” della rappresentazione fotografica per ergersi ad “Arte totale”.

Per questo motivo la riportiamo così come l’abbiamo ricevuta.

RUGGINE

“Col passare degli anni, aumentano le cose che non riusciamo più ad aggiustare”
H. Murakami

A volte mi chiedo se la mia misura sia quella giusta. Esiste qualcuno più grande di me o sono il gigante di una Lilliput?
La sproporzione è ovunque, non solo nella misura della realtà.
Ci sono grandi sogni per gente troppo piccola, grandi problemi da risolvere e sciocchezze che ci sembrano enormi.

La ruggine ha indurito i nostri ingranaggi come una patina che offusca il nostro giudizio.
L’odio affiora in superficie.
Abbiamo cancellato la nostra storia, la nostra geografia, abbiamo semplicemente dimenticato.

Sono partita da un vecchio Atlante, segno di qualcosa che era, topografia di ciò che siamo stati e che continuiamo ad essere: una chiave inglese troppo piccola per bulloni troppo grandi.

RIPRODUZIONI DI FOTOGRAFIE DI CRONACA
STAMPA SU CARTA COTONE
LAVORAZIONE AD ACQUERELLO CON POLVERE DI RUGGINE.



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